Diario di bordo
Cora Gasparotti: Questo progetto consiste nell’interazione tra movimento e suono, tra danza e musica. È la prima volta che ci interfacciamo con un sistema di Computer Vision, perché solitamente con Giangiacomo portiamo avanti un progetto che si occupa sempre di tradurre in tempo reale il movimento in suono, ma in modo diverso. Lavoriamo tramite dei sensori MIDI (accelerometri e giroscopi) che traducono alcuni parametri, come gli assi che utilizzo o la quantità di movimento che produco, in suoni o effetti. Li utilizziamo sia in campo didattico per la danza contemporanea sia per comporre brani di musica elettronica sia per fare live performance. Grazie a Mitchell, abbiamo sperimentato questo nuovo sistema, che attraverso una telecamera visualizza il mio corpo e lo traduce in uno “scheletrino” che registra dei dati, per esempio quanto è distante il polso dal fianco o quanto mi sto muovendo nello spazio, e li incrocia. Spesso questi dati li usiamo anche per controllare la luce e, in questo caso, anche per la parte visual tramite l’intelligenza artificiale, che traduce il mio corpo in immagine.
Giangiacomo Gallo: Questo sistema incrocia più dati rispetto a quelli che siamo abituati ad utilizzare, dandoci la possibilità di associare a molti più movimenti molti più suoni ed effetti. Ovviamente è un sistema complesso che comporta degli ostacoli da superare, come il riconoscimento di movimenti molto specifici. Si possono avere delle variazioni o degli errori di calcolo, per questo bisogna affinare i dati e calibrarli bene, ma è un processo raggiungile, che nel tempo diventerà sempre più preciso.
Cora Gasparotti: Lavoriamo circolarmente, ci diamo un progetto iniziale, un ambiente e aggiungiamo
un pezzetto alla volta, arrivando al brano o al live.
Giangiacomo Gallo: Il mio lavoro è a metà tra la programmazione informatica e la scrittura musicale.
La programmazione è in funzione della scrittura musicale dal vivo, quindi della scrittura per una
performance improvvisata. Si tratta di creare un ambiente adatto per poter rendere l’improvvisazione con il corpo possibile e non completamente casuale.
Cora Gasparotti: Io sono anche una ricercatrice scientifica nel campo, sono interessata da sempre
all’impatto del suono sul corpo e viceversa e sul capire come si può creare un’interazione tra la
macchina, e quindi la sonificazione, e il corpo. Ho incontrato Giangiacomo che aveva i miei stessi
interessi, e abbiamo cominciato a lavorare insieme… probabilmente con l’intento di diventare
qualcos’altro rispetto a compositore e danzatrice.